PAGINA d’APERTURA Pubblicazioni 7 Calendario Solare invariabile |
Si suggerisce di visionare
direttamente su scarica-stampa libretto/copertina,
così vede subito com’è
realmente, poi, se vuole, può copiare o no –
LA PIÙ SPLENDIDA
AVVENTURA
IL VERO E PURO AMORE
(breve storiella sceneggiata)
Autore Bruno Giuseppe Fioravanti
|
-Tutti ci lamentiamo per i mali causati
dall’egoismo umano, e tutti abbiamo due potentissimi mezzi per combatterli e
ridurli al minimo; “il compiere i nostri doveri secondo le regole
dell’onestà, del rispetto, della verità e della giustizia, e il
contrastare i malfattori come meglio possiamo”, ma quasi tutti pretendiamo
che siano gli altri a farlo mentre noi facciamo sempre ciò che più ci conviene
o ci soddisfa – e allora !? -
-Come alla fine di ogni viaggio si lascia tutto e ci
restano solo i ricordi piacevoli e/o spiacevoli la cui memoria ci darà gioia o
dispiacere, così al termine della vita lasceremo tutto e porteremo con noi solo
i ricordi di ciò che abbiamo fatto o non fatto di positivo e negativo
in parole, opere e omissioni, e saremo giudicati secondo le
nostre inclinazioni, doti e insegnamenti ricevuti, quindi ci sarà attribuito un
premio, una punizione o una condanna a secondo i meriti e demeriti accumulati.
Considerando, pertanto, che in quel luogo non vi possono essere assolutamente i
nostri trucchi (prescrizioni, sanatorie, condoni e similari) ci conviene
sicuramente agire con rispetto e amore, e come prescritto da religione, leggi e
buone usanze.
Che
ci attende, poi, un’altra vita dopo la morte si deduce anche dal semplice
ragionamento logico, in quanto, se così non fosse, la vita dell’uomo non
avrebbe senso e se essa non avesse dovuto avere alcun senso ci sarebbero state
attribuite solo doti simili a quelle degli animali, né avremmo avuto alcun
profeta e fatto o evento misterioso.
Qualche volta ricordati di queste
cose, specie quando ti senti abbattuto e sfiduciato o troppo sicuro di te.
(L’autore, prima di andare in pensione, ha lavorato
per 47 anni - 41 riconosciuti e pagati 40 -
47 anni con lavori alterni, di cui 35 nello Stato in luoghi e ambienti
diversi, ma ovunque facendo costantemente in pieno il proprio dovere e sempre
nell’interesse dell’utente e del datore di lavoro, pensando che da questi
era pagato per quello, onorandosi di ciò e biasimando apertamente il
comportamento opposto - Inoltre ha sempre cercato e cerca di rendersi utile
anche agli altri come crede e può).
Pubblicazioni
dello stesso
autore
1) Governo Neutro Perenne Sempre Nuovo > Vera Democrazia - (può nascere solo da: -Sezioni comunali sempre attive -Elezioni circoscritte a Sezioni e Consigli -Liste con tutti gli aventi diritto -Elezioni a eliminatoria in tre turni - Voto Pro e/o Contro -Rinnovo annuale di un terzo di Deputati -Fuori dai Partiti e da ideologie);
2) Scopriamo-Impariamo La Vera Democrazia - (formula di vera democrazia neutrale ed equa);
3)
Giustizia -Legge -Magistrati - (ipotesi innovative: attivazione d’ufficio,
gratuità, rapidità, corresponsabilità);
4)
Religioni Unità e Governo Civile - (insegnamento pratico dell’amministrazione
della cosa pubblica e dell’educazione morale e civile);
5)
Scuola e Riforma - Attestati Integrali - (titoli di studio
completi di tutte le materie con voti specifici e cumulativi differenziati -mai
più esami -mai più concorsi);
6)
Il Maxi Errore nel Codice Stradale - (l’attuale codice è costituito con le due
norme fondamentali in contrasto tra loro e ciò determina intasamenti e
favorisce incidenti - molti segnali sono incoerenti);
7)
Calendario Solare Invariabile - (i giorni dell’anno, del mese e della settimana
coincidono sempre, perciò calendari e agende potranno essere perenni);
8)
Sanità e Etica - (diritti del paziente e affini);
9)
Sistema Operativo per Enti e Società - (il solo sistema direzionale gestionale che
può garantire dignità, giustizia e serenità negli ambienti di lavoro e
sociali);
10)
Riflessioni varie - (brevi riflessioni di un anziano in pensione);
11)
Poesie, Strofette e Preghiere;
12)
Il Vero e Puro Amore - (breve storiella sceneggiata).
Puoi trovare il tutto nel sito web www.uomonuovo.eu
M a s s i m a
La serenità e la gioia possiamo trovarle solo dentro noi stessi, ma dobbiamo cercarle nella semplicità e nell’amore verso tutti e tutto e nella giustizia, e pur tendendo a migliorarci e al raggiungimento delle nostre aspirazioni, dobbiamo saperci contentare di tutto: di come siamo, di quel che abbiamo e di quel che facciamo, altrimenti saremo sempre inquieti e insoddisfatti.
|
Si suggerisce di visionare
direttamente su scarica-stampa libretto/copertina,
così vede subito com’è
realmente, poi, se vuole, può copiare o no –
(breve
storiella sceneggiata)
Autore
Bruno
Giuseppe Fioravanti
Dedicata
al Dio dell’Amore
Il Vero
e Puro Amore è scevro da qualsiasi scopo e interesse materiale personale, e
chi lo sente (lo prova, lo possiede) gioisce nel vedere la persona amata, in
salute, libera, gioiosa e appagata, e a tal fine è disposto a qualsiasi
sacrificio, anche a rinunciare alle proprie necessità, desideri, piaceri e
istinti naturali, e, se necessario, giunge a dare anche la propria vita per
essa.
Per
fare un accostamento, il vero amore potrebbe somigliare molto, pur se diverso, a
quello che un bravo genitore prova per i propri figli, ed essere, forse, anche
più bello e appagante.
(L’autore,
prima di andare in pensione, ha lavorato per 47 anni - 41 riconosciuti e pagati
40 - 47 anni con lavori alterni, di
cui 35 nello Stato in luoghi e ambienti diversi, ma ovunque facendo
costantemente in pieno il proprio dovere e sempre nell’interesse dell’utente
e del datore di lavoro, pensando che da questi era pagato per quello, onorandosi
di ciò e biasimando apertamente il comportamento opposto - Inoltre ha sempre
cercato e cerca di rendersi utile anche agli altri come crede e può).
(Regola della gioia
- Semina e opera sempre il bene, con amore e giustizia, e, pur senza vederne i
frutti, sarai contento d’averlo fatto).
Premessa
La storiella-commedia d’amore è ambientata al tempo dei cavalieri
erranti e si sviluppa nell’incontro tra un Cavaliere di pace e una pulzella,
nei pressi di una fonte, alla periferia di un paese.
Nella breve storiella, per il tempo ridotto, gli eventi si svolgono in
poche decine di minuti, anziché in alcuni giorni, come dovrebbe avvenire, al punto da sembrare inverosimile; e certamente
l’amore, anche se l’attrazione e la simpatia fossero istantanee, non
dovrebbe mai evolvere in modo tanto repentino, disinvolto e imprudente, come
quello qui immaginato e descritto.
Come
potrebbe essere presentata la breve commedia
a)
letta da una persona, come intermezzo per passare 20 minuti di tempo -
(disponendo solo di 10 minuti saltuari, potrebbe essere letta al medesimo
pubblico, in due occasioni -prima parte -seconda parte) - similmente, disponendo
di circa 30 o 15 minuti, potrebbe essere
letta da 3 persone -Cavaliere -Fanciulla -Cronista tutto il resto;
b)
in apposita serata, invece
(circa un’ora), potrebbe essere realizzata a mò di teatrino con tutti
i personaggi - i 3 già citati più lo Scudiero e alcuni bambini (anche
simulati), fonte e 2 cavalli figurati + 2 donne nella II^ parte; in questa però,
subito dopo l’inizio, fare una parentesi di qualche minuto, per simulare il
passar del tempo.
Dato,
poi, che la rappresentazione risulta alquanto breve, sarebbe opportuno inserirvi
un intermezzo di circa 15 minuti, leggendo alcune poesie, a tema, dello stesso
autore o di altri.
Nota esplicativa delle lettere in grassetto che distinguono le parti:
-V - sta per Voce - la parte del Cronista;
-C - sta per la parte del Cavaliere;
-F - per quella della Fanciulla;
-S - per quella dello Scudiero -(spesso a 3/4 di voce finge di parlare al
cavallo, mentre fanciulla e cavaliere fingono di non sentirlo) -
- (in corsivo, note indicative varie -alcune potrebbero essere anche lette
dal Cronista)-
V >
La più splendida e meravigliosa avventura
GIOVANETTA E CAVALIERE DI PACE
È un pomeriggio di Primavera quando, in prossimità di un paesino, un’avvenente fanciulla, in compagnia di 4/5 bambini, sta attingendo acqua in una fonte del paese, passano di là un giovin Cavaliere col suo Scudiero e si fermano per dissetarsi.
Il Cavaliere saluta in modo galante e scherzoso la fanciulla, che sta garbatamente al gioco, e per lo scambio, tra loro, di poche frasi e battute, subito nasce un’intesa ideale che genera tra i due una forte simpatia.
Ma vediamo - Giungono Scudiero e Cavaliere e avvicinandosi alla fonte salutano - prima lo Scudiero, che precede di alcuni metri, dicendo:
S > buenas tarde bella pupa -
(la
fanciulla incerta per un saluto così confidenziale, ma, incoraggiata dalla
presenza
dei bambini, risponde a tono) -
F > pur’anche a voi, ser man forte -
(dopo
qualche attimo il Cavaliere) -
C > salve, bella fanciulla, potreste darmi voi da bere? –
F > salute a voi, giovin Cavaliere, certo che posso; sol che vi degnate
bere alla mia brocca! -
C > certo e con piacere - sol che me la porgete -
(mentre
lei va e viene, il Cavaliere resta colpito dalla sua belleza) -
F > pronto,
ecco a voi Signore -
C > vedo il fiore più bello e più leggiadro ch’abbia mai veduto -
F > ditemi qual’è Signore? - a me sembran tutti semplici e comuni -
C > siete voi, dolce fanciulla, il vostro bel viso, il vostro figurino -
(la fanciulla arrossisce, ma sorpresa e titubante) -
F > voi lo dite sol per complimento, mio Signore -
C > no - non ho motivo, è solo quel che vedo e penso - la pura verità! -
F > perché mai Signore, con tali lusinghe, confondermi volete? -
S > amico cavallo, ecco
ch’abbiamo già trovata la contesa! -
C > lusingarti; perché dovrei – sincero sono, e dalla tua bellezza,
affascinato sono - le tue sembianze angeliche m’appaiono -
(imbarazzata,
la fanciulla, dopo qualche istante)-
F > strano però Signore, perché verso me, nessuno mai così s’espresse -
S > cavallo amico
attento, la pulzella sveglia e lesta appare -
C > perdona madonna il mio osare, ma andiam di fretta e forse mai più ti
rivedrò -
(sentendo
ciò la fanciulla, e provando lei lo stessi,forzandosi) -
F > in tal caso Signore, perdonate il mio osare, però manch’io vidi mai
giovin di sì gentile aspetto e prestante come Voi -
S > cavallo caro, meglio tirar freni pria d’urtare -
(il
Cavaliere, sorpreso alquanto, incalza) -
C > qual’è il tuo nome e quale sto paese? … anzi no, non dirli, dovrai
restare per me un dolcissimo ricordo senza identità -
F > perché così favella Vossignore, o scherzare con pulzelle vi diletta? –
C > no certo - come già detto sincero e veritiero sono - non desidero
saperli per non esser tentato di tornare indietro -
(la
fanciulla, pur titubante, osa ancora) -
F > onesto e coraggioso appare Vossignore - poss’io saper lo nome suo,
donde viene e ove sia diretto? –
S > amico cavallo, attento alla risacca e mulinelli! -
C > sì, ma strano ti parrà perché da tanti siti vegno e vado in ogni dove -
Sereno d’Alba son’io, e Cavalier di pace sono – anzi vi sono, per
caso, contese in queste zone?
F > no, ser Cavaliere, questi son tranquilli siti - ma poss’io conoscer
pure, cos’è che spinge o tira il suo vagare? -
C > dolce donzella difficilmente capirai, ma t’il dirò lo stesso - per
contrade vò dicendo, di dignità, giustizia e amor - anzi, vuoi tu,
su questi temi, dirmi il tuo parere? -
(la
fanciulla, riflette qualche istante, poi) -
F > penso che de la vita sian le cose per cui viverla sol ne val la pena
- però, non coerente sembra Vossignore, o non è vero ciò che sta
dicendo o non è vero ciò ch’à detto verso me poc’anzi -
(meravigliato
assai, il cavaliere) -
C > però! …… - la tua risposta sì sottile mi sorprende - in quanto a
ciò ch’ò detto è tutto vero, ma l’amor di libertà mi priverebbe -
(curiosa,
subito ribatte la fanciulla) -
F > allora amor non ha? … - non ha ancora conosciuto donna? -
S > caro cavallo allerta, sta pulzella è certo molto acuta e lesta!
(il cavaliere forse pensa “tante ne conobbi, ma si chiamavan tutte con lo
stesso
nome, ma dice) -
C > come te nessuna; mai conobbi donna che così mi prese il core -
ma dimmi, verresti via con me? -
(sconcertata
e turbata, ma forzandosi ancora, la fanciulla) –
F > starai scherzando, mio Signore!, ma, se quel che dici, davvero pensi
e senti, rimani tu con me! –
S > cavallo amico, presto
indietro, troppo ti spingesti avanti!
C > scherzare con l’amor non è buon senno - ciò ch’ò detto penso e
sento, ma restar non posso, in ogni sito i miseri m’aspettano, vieni
tu con me! -
(la
ragazza, ormai sicura della serietà del Cavaliere) -
F > no, non verrei mai, ma se accettassi sono certa che tu non lo
consentiresti -
(il
cavaliere sempre più piacevolmente sorpreso) -
C > è vero; proprio così - e forse mai più incontrerò una come te, ma se
un dì dovessi una compagna avere, vorrei fosse proprio come te -
(nel
mentre i due s’apprestano a partire) -
F > se fosse proprio vero ciò che dici, da me non ti dipartiresti,
ma rimani almeno a cena sta facendo sera -
S > cavallo caro, attento
qua complicarsi par la cosa più ch’assai!
C > no, meglio di no - malasorte portarti sol potrei -
F > però, puoi sempre pernottare alla locanda del paese!
S > ser cavallo andiamo,
far frittata qua è fuori luogo e presto!
C > no, pria di sera, giunger debbo al prossimo villaggio, ma sempre nel
mio cuor ti porterò -
F > la stessa cosa anch’io sento per te, ma non andare - resta qui con me,
fermati a questo bel paese -
C > no proprio non posso, rinunciare al mio proposito non voglio;
addio, stupendo fiore, ti desidero sol perché di te tutto m’attrae,
addio …, addio!
S > ser cavallo amico, scoprir le carte tutte non è certo senno -
(mentre
s’allontanano, la fanciulla sbracciando) –
F > la stessa cosa anch’io provo per te, ma rimani ancora un po’ …
addio…, addio…, torna…, addio… -
S > ser cavaliere, di certo la pulzella, fu incanto, acuta, aperta e sveglia -
C > si, proprio cosi, e certo mai più la scorderò!
S > ti credo, una pulzella come questa mai l’ò vista!
V > Mentre s’allontanano, dopo un centinaio di metri, il Cavaliere si volta per salutare ancora e nota che la giovane muove incerti passi verso lui; egli osserva, si ferma, esita e sente dover fare altrettanto, scende da cavallo e muove verso Lei, finché d'ambedue i passi diventano più snelli, portandoli a ritrovarsi l’uno all’altra stretti, in un tenero e dolcissimo abbraccio, e provano così quell’unica, stupenda e sublime sensazione che può esser data solo dalla più splendida e meravigliosa avventura: "il vero e puro amore".
La
commedia, a questo punto, termina lasciando immaginare a ognuno la conclusione
che più gradisce.
(Per
l’autore, il Cavaliere dopo l’abbraccio se ne va definitivamente perché,
secondo lui, un vero cavaliere non rinuncerebbe certo alla propria missione, per
motivi d’interessi personali, anche se trattasi del Vero e puro Amore).
Roma,
1978
(alla
fanciulla ideale)
Bella più d’un fiore
tu m’ài preso il core
aria esser vorrei
per te avviluppare
esser vorrei farfalla
per su te posare
gocce vorrei fossimo
per insieme unirci
e nel fiume andare
della vita al mare.
15.02.02
La
metà nostra sempre noi cerchiamo
ma
come ricercarla non sappiamo
difficile
veder la metà giusta
essa
è troppo simile a noi stessi
ciò
che ci manca invece sempre attrae
ma
esso è la metà di qualcun’altro
le
appariscenti cose noi notiamo
la
bellezza molto ammaliatrice
l’interesse
è sempre tentatore
il
sesso è na chimera ingannatrice
le
cose che abbiamo e non notiamo
son
esse la metà di cui manchiamo.
05.03.05
L’Amore
duraturo
(per le giovanissime)
Io
t’ò guardato e tu m’ài vista
dolce
incanto è stato a prima vista
tu
sai che t’amo ed io so che m’ami
com’è
bello tacitamente amarsi
lo
star vicino a te senza toccarci
è
più bello che in braccio a papà mio
spero
l’incanto tu non rompa mai
e
amore si consolidi nel tempo
maturando così per molto tempo (fino alle nozze)
poi
certo durerà fino all’eterno.
S
O R P R E S A !
Breve seconda parte
aggiunta dopo circa 20 anni.
I n i z i o
V >
La più splendida e meravigliosa avventura
GIOVANETTA E CAVALIERE DI PACE
II^
Parte - (aggiunta
dopo circa 20 anni)
Questa
2^ parte non fu scritta inizialmente perché non era nell’intento
dell’autore concepire la storiella in questo modo; egli poi, in seguito, forse
non pienamente soddisfatto di come l’aveva fatta terminare (in sospeso), o
solo perché gli è venuto in mente un prosieguo, per lui più accettabile, che
sembra salvare capra e cavoli (onore del Cavaliere e storia d’amore), dopo
circa 20 anni l’ha rivisitata terminandola in modo più definito, ma pare non
sappia neanche lui quale preferire tra le due - comunque sia, giudicherete voi.
Passiamo quindi alla storiella; se ben ricordiamo
essa terminava col dolce e tenero abbraccio, lasciando immaginare a ognuno la
conclusione più gradita.
Tornando, allora, a quel preciso momento, cioè al punto in cui i due, teneramente abbracciati, estasiati, reciprocamente si beano; dopo breve lasso di tempo, il Cavaliere viene richiamato dal nitrito del suo cavallo e dalla voce dello Scudiero che dice:
S > ser Cavaliere, tanta missione non può perire qua!
V > a quel punto il cavaliere, molla l’abbraccio, prende le mani della fanciulla, le bacia, poi bacia il proprio indice, glielo poggia delicatamente sulle labbra, e parte definitivamente dicendo:
C > addio, stupendo fiore; può darsi che un lontano giorno
tornerò, ma fossi in te certo non ci conterei -
(mentre
il Cavaliere si diparte la fanciulla) -
F > t’aspetterò, sarai sempre il benvenuto - addio, addio, mi chiamo
Alba e Sereno sto paese, e tu? -
C > t’el già dissi - Sereno son’io e di Alba sono - addio…, addio…! -
F > torna - torna - Alba aspetterà sempre Sereno – torna… - torna… -
S > campa cavallo campa, che prima o poi lo rivedrai!
(raggiunto lo Scudiero)
C > inatteso e forte incontro è stato, segnato son rimasto
assai. -
S > ti credo certo, mai ho veduta una pulzella così bella,
scaltra e pura!
(In caso di teatrino
breve stacco per cambio scena e simulare il passar del tempo)-
V
> Trascorre, quindi, un periodo di circa 20 anni; tempo che il Cavaliere
dedica a risolvere innumerevoli contese dalla parte dei più deboli e oppressi,
passando di paese in paese e di Regione in Regione.
Quando capitò, però, un brutto giorno in cui, mentre il Cavaliere e il suo Scudiero stavano rinfrescandosi in un bosco vicino a una sorgente, furono assaliti a tradimento da 6-7 scagnozzi assoldati, per ucciderli, da un malfamato Signorotto che non era rimasto soddisfatto del trattamento del Cavaliere, e nello scontro ebbero la peggio riportando ambedue gravi ferite, e si salvarono solo grazie ad un gruppo di frati che, in quel mentre, si trovavano a passare di là.
I frati visto, poi, le loro gravi condizioni, se li portarono in convento e li curarono facendo tutto il possibile, ma ciò nonostante lo Scudiero dopo alcuni giorni morì e il Cavaliere, pur guarendo, una volta rimessosi in forze dové costatare, suo malgrado, che, a causa delle profonde ferite riportate, aveva perduto circa i 3/4 di potenza del suo braccio più forte; quindi, perduto lo Scudiero e così menomato, con suo forte rammarico, non gli restava che rinunciare alla missione, in quanto essa, per essere svolta, richiedeva anche condizioni fisiche eccellenti.
A quel punto, il Cavaliere, che non aveva mai dimenticata la dolce fanciulla vista alla fonte del villaggio Sereno, col vago desiderio di rivederla, prima di tornare alla propria città, decise di passare per quel paese.
Partì, quindi senza tante speranze, e si diresse verso quel paese, ove giunse affaticato e stanco in un tardo pomeriggio, dopo circa tre settimane di viaggio e qualche peripezia.
Il Cavaliere, però, onde evitare eventuali situazioni imbarazzanti per la pulzella-donna, ormai probabilmente sposata e con figli, pensò di cercare, su di essa, notizie in segreto e perciò, nell’avvicinarsi al paese, per non essere riconosciuto, si camuffò alla meglio, coprendosi il capo col cappuccio (la barba già incolta) e si diresse alla fonte del bell’incontro per dissetarsi, e perché nei pressi delle fonti era molto probabile incontrarvi qualcuno da cui avere delle informazioni.
Nei pressi di quella fonte intanto, vi erano dei bambini che giocavano e tre mature dame che, sedute su grossi tronchi d’olmo, sferruzzavano le maglie e andavano parlando dei tempi della gioventù e relativi amori dicendo:
A > ricordate il tempo della giovinezza quand’esser corteggiate il volto
avvampa e il cor forte battea? –
B > bei tempi quelli, e chi potrà scordarli! Peccato che troppo presto e
svelti son passati –
A > già, ma per Alba andata così non è - Lei la più corteggiata e per più
tempo è stata –
B > per forza, essa ha fatto la preziosa sempre, giacché a nessuno mai
udienza ha dato - ma ora è sola! –
Alba > a no! - non facevo la preziosa certo, tutti sapete del Cavalier che
qui mi prese il core –
A > si ben lo sappiamo, spesso vieni qui sperando di vederlo ancora –
B > pure per questo sei corteggiata ancora, ma tacciamo giunger sembra
un forestiero –
(ad Alba, al sentire “forestiero”, s’apre il core)
V > Arriva un cavaliere (il Sereno) che, nell’avvicinarsi alla fonte, saluta a mezza voce e senza esporsi; saluto cui le donne rispondono all’unisono.
E il Cavaliere, mentre abbevera il cavallo e si disseta, sbircia le tre donne, e nota d’essere guardato da una di esse che gli sembra somigliare molto alla fanciulla di vent’anni addietro, ma, per quanto anzi detto, dà tempo al tempo attendendo di venire a conoscenza di cose esatte e chiare.
A tale fine le altre due donne furono determinanti, perché dopo pochi minuti dal suo arrivo, come detto era già tardi, si alzarono, presero le brocche, s’avvicinarono alla fonte e, mentre le riempivano, una di loro rivolta ai bambini disse:
A > bambini smettete, su preparatevi ch’è ora d’andare -
V > e l’altra rivolta all’amica che continuava a sferruzzare, e forse
proprio per metterne al corrente il Cavaliere, dice:
B > Alba vieni anche tu, andiamo, e ormai finiscila d’aspettare, pensa
piuttosto a sceglierti un buon partito tra i tuoi pretendenti, tanto il
tuo bel Cavaliere non tornerà mai più, tra le tante, belle e ricche
dame che ha incontrato, si è sicuramente sposato e sistemato, e non
starà certo a pensare più a te, che non sei nulla! -
V > a quel punto, Alba si alza, va alla fonte e, trovandosi a pochi passi dal Cavaliere, mentre riempie la brocca, sia pure con discrezione, cerca di osservarlo meglio, perché le era sembrato all’incirca della statura e dell’età del suo Sereno.
A quel punto il Cavaliere, senza più indugiare, lasciato scivolare il cappuccio sulle spalle, Le rivolge apertamente parola dicendo:
C >
salve bella fanciulla, potreste darmi voi da bere?
-
(ed
ella, traboccante di gioia) -
F > salute a voi giovin Cavaliere, certo che posso, sol che vi degnate
bere alla mia brocca! -
V > così i due, subito riconosciutisi e certi d’essere ambedue
ancora come 20 anni addietro, fanno quei pochi passi e si ritrovano l’uno
all’altra stretti in un emozionante, gioioso e forte abbraccio, riprovando così,
per la seconda volta, ma decuplicata, quella stupenda e sublime
sensazione che può esser data, una sola volta, dalla più splendida e
meravigliosa avventura "il vero
e puro amore".
Tutto ciò, tra l’incredulità e la festante e gioiosa meraviglia delle amiche e dei ragazzi, che avevano già capito tutto, perché come detto, in paese, tutti sapevano della vecchia storiella, alla fonte, tra Alba e il Cavaliere di pace.
Da lì a qualche mese, dopo molti ed
eccezionali preparativi, fu celebrato il matrimonio tra Alba e il Cavaliere, e,
per la circostanza, fu fatta una settimana di festeggiamenti, con tornei
cavallereschi, giostre e quant’altro; festa a cui furono coinvolti e
parteciparono gli abitanti di tutto il paese e dei paesi vicini, oltre a una
numerosa e folta rappresentanza di parenti, amici e concittadini dello sposo.
Per la circostanza, tra i maggiorenti delle
due città “Alba e Sereno” fu proposto e approvato, all’unanimità, il
gemellaggio tra i due territori, e allo sposo, personaggio di tanta levatura, fu
concessa la cittadinanza onoraria con consegna delle chiavi della città
-Sereno.
Sette settimane dopo, festeggiamenti simili ai
primi e molto più fastosi, furono ripetuti nel paese dello sposo, e alla sposa
furono tributati onori e omaggi degni di una principessa.
E i due
vissero insieme, a lungo, felici e contenti.
F
i n e
Roma,
1998
1 Titolo
2 Dedica
3 Premessa
4 Primo Tempo
9 Poesia “Alla Fanciulla Ideale”
10 Poesie “La dolce metà” “L’Amore duraturo”
11 Secondo Tempo
16 Indice e Note
Note
finali
E’ vietato riprodurre il contenuto del presente
libretto, in qualsiasi forma, a scopo di lucro o brevetto; se ne consente però
la divulgazione a scopo culturale, anche in altre lingue, a condizione che la
riproduzione o traduzione aderisca perfettamente all’originale e ne dichiari
la fonte di provenienza.
Roma,
15.12.99 - E. C.
Realizzato
in proprio - Fioravanti Bruno Giuseppe -
AI SENSI DEL D.P.R. 445 DEL 28.12.2000 ART. 19/19BIS
DICHIARO CHE LA PRESENTE COPIA/FOTO E’ CONFORME
ALL’ORIGINALE IN MIO POSSESSO.
Stampato il
24.05.2012
- su 16 pagine